Caccia e cinofilia: Un cinghiale da 7 vite

L’atmosfera che si respira nella squadra di Rocchetta 1 è quella di festa, di scherzo e di serenità, il motivo è dato anche dal fatto che ci sono molti giovani che portano leggerezza e spensieratezza.
I ragazzi si fanno dispetti e si prendono in giro tutto il giorno, ma quando si tratta di andare a caccia allora diventano tutti “uomini”, la sicurezza prima di tutto con la consapevolezza di avere delle armi in mano. L’organizzazione del caposquadra e del capo canaio è quella di mettere le poste nella zona dove sono stati tracciati dei cinghiali e di mettere 1/2 cani per capire gli animali sono ancora in zona, una volta capita la situazione allora aggiungono cani volta per volta.
Insieme a Bruno Fattore, gli altri canai Emilio Iannotta, Aristide Buongiorno, Suriano Alessandro e Vincenzo Carracillo cominciano a scendere nel bosco e dare inizio alla battuta.
Fortunatamente la giornata ci permette di vedere e sentire ogni attimo dello svolgimento della battuta. In mattinata è stata fatta una zona dove si ipotizzavano un po’ di animali ma alla fine solo uno si è fatto trovare. Il fatto è che questo cinghiale ha mangiato pane e volpe per diverse mattine in quanto la sua astuzia nel evitare i colpi è stata veramente memorabile. Non vi sto a dire quanti colpi sono stati sparati senza andare a segno, i media avrebbero ragione su cosa dicono di noi, le padelle non si contavano più. Visto che la caccia è anche questo, sarebbe troppo facile raccontare il tiro con abbattimento perfetto, la cosa bella è condividere ogni attimo come fossimo tutti li, con il fiato sospeso, a sentire…. Un colpo….silenzio…..Un colpo….silenzio….Un colpo…. silenzio….poi… si è rialzato, non è possibile, eppure… mi era sembrato…. No…. Ne ero certo……le voci di Vincenzo Carracillo, di Ernesto Incolingo, Sergio Paliferro, Giovanni Iannetta si susseguono nel cercare di capire dove si è infilato quel cinghiale con dietro Lupina, Bella Bella, Elia e Aria che sentono abbaiare nel bosco fitto. Tutto questo è durato ore e km per poi arrivare e fermarsi da Cristian Pacitti. Ormai esausti e con cartucciere vuote si recupera il cinghiale e si decide di fare un’altra zona dove erano stati avvistati diversi branchi. Ovviamente doveva essere riportato alto l’onore visto la mattinata e con scaltrezza e ingegno si trova il modo di recuperare la situazione.

L’articolo prosegue a pagina 28 del numero 81 di Cinghiale&Cani attualmente in edicola